Quando lo scorso 26 luglio i sei reparti dell’area a caldo dello stabilimento tarantino dell’Ilva sono stati posti sotto sequestro dalla magistratura, si è mosso immediatamente un boato di proteste. La statale 7 Appia per Bari e la Statale 106 per Reggio Calabria sono state occupate e interrotte; la città è stata ridotta alla paralisi. Diversi lavoratori hanno occupato la sede del Municipio di Taranto e, per il prossimo giovedì 2 agosto, alla vigilia della convocazione del Tribunale del Riesame sul ricorso dell’Ilva, è stato già annunciato uno sciopero di ventiquattro ore.
I dipendenti dell’acciaieria tarantina difendono con rabbia e disperazione il proprio posto di lavoro che, in molti casi, rappresenta la sola via d’uscita dalla disoccupazione, all’interno di un territorio scarsamente industrializzato. Continua a leggere